Una serie di tre sucidi eccellenti desta scalpore sulle pagine di “Giustizia e Libertà”. Sono quelli dell’editore Formiggini (29 novembre 1938), ebreo, che vedeva chiudersi su di se le maglie della repressione antisemita; del professor Pincherle (gennaio 1939), a Bologna; e del grand’ufficiale Jarach, banchiere a MIlano.