Famiglia Amsterdamer

Arthur Amsterdam

Joseph David Amsterdam

Nato in Polonia, trasferitosi a Offenbach sul Meno (Germania) nel 1903 dopo essersi sposato l’anno precedente con Sara Jalka Richter. Industriale del settore della pelletteria, si trasferì con la famiglia in Italia, a Milano, in via Porpora, dopo l’episodio della Notte dei Cristalli.

Arthur Amsterdam

Figlio di Joseph David Amsterdam e Sara Jalka Richter è nato in Germania a Offenbach il 27 marzo 1922.

Eva Rachele Amsterdam

Una terza figlia fu messa in salvo già a fine anni Trenta; mandata in Inghilterra, di lì si sarebbe trasferita a New York, dove si sposerà nel 1940. Grazie a sua figlia, Margo Donovan, è stato possibile ricostruire parte delle vicende familiari.

Sara Jalka Richter

Sara Jalka Richter, figlia di Hirsch Richter e Rachele Leycovich è nata a Varsavia il 5 luglio 1876. Casalinga, coniugata con Joseph David Amsterdam nel 1902, madre di Arthur Amsterdam e di Selma Sara Amsterdam.

Selma Sara Amsterdam

Selma Sara Amsterdam, figlia adottiva di Joseph David Amsterdam e Sara Jalka Richter è nata in Polonia a Lodz l’ 11 marzo 1903. Figlia di una sorella di Sara Jalka.

(fonte: maggiolimazzoni.it)

Altri figli maschi

Secondo il sito “maggiolimazzoni.it”, vi erano altri due figli maschi: Gustavo Amsterdam e Chaim Henry.
Gustavo viveva in Polonia e Chaim Henry è in Gran Bretagna dal 1937, dovecombatterà con l’armata inglese.

Il padre, Josef, e il figlio, Arthur, furono internati ad Alberobello (BA) [041-044] dal 28 luglio 1940 [045].

Il 21 marzo 1941 Arthur chiede una licenza per recarsi a Milano a trovare la madre e la sorella, rimaste in città. Le due donne lavoravano in aeroporto e nel frattempo venivano sottoposte a “riservata vigilanza”.

Il 10 maggio Arthur e Josef chiedono una prima volta di essere riuniti con madre e sorella (053) in una sede ritenuta utile per ottenere il ricongiungimento, come certificato dalla Prefettura di Milano [051]. Dapprima, il 16 settembre, la domanda è respinta [060].

Il 18 dicembre 1941, anche la madre, con la figlia, chiede [030] e ottenne [026] di essere internata per accudire il marito Josef e il figlio Arthur che per questo motivo avevano chiesto di essere trasferiti da Alberobello (033) a Ferrmignano (PU) [034].

Sia a lei che alla figlia viene corrisposto il sussidio (017). La domanda [023]viene accolta perché le due vivono a Milano col solo aiuto della comunità ebraica [055] e sono di regolare condotta.

Nel marzo ‘41 il marito chiede il permesso di recarsi a Milano per visitare la madre sofferente. [050] La prefettura di Milano nega il permesso[051-052]

Nel dicembre 42 la prefettura nega nuovamente il permesso [010].

Dopo un’ulteriore richiesta di trasferimento a Ferramonti di Tarsia (058-062) datata 2 luglio 1941, e ribadita anche da moglie e figlia il 4 settembre [059]. IL 3 ottobre 1941 emerge l’impossibilità di trasferirli a Ferramonti (037) La domanda viene ri-presentata l’11 ottobre 1941, motivata per le condizioni di salute del padre, che potrebbe essere assistito dalla moglie.

La domanda viene accolta l’1 dicembre 1941 [031-032], e sono tutti trasferiti a Fermignano il 24/12/41.

A Fermignano, nell’ottobre ‘42 Arthur avanza una prima richiesta di potersi trasferire a Milano per lavorare [012]; nel luglio 1943 Arhtur chiese di ottenere un sussidio personale, poiché da considerarsi internato autonomo e non perché convivente col padre[002], ragione per cui riceveva un sussidio ridotto, di 4 lire [003].

La prefettura nega il sussidio perché Arthur è apolide; il sussidio viene erogato solo a stranieri maggiorenni appartenenti a nazioni con cui si è in guerra. Successivamente (006) gli viene corrisposto il sussidio perché disoccupato. Nel settembre ‘42 gli viene sospeso il sussidio [008]. A febbraio 1943 gli viene corrisposto nuovamente il sussidio ma ridotto (l.1.8) perché convivente di internato [008].

Nel novembre ’43 Arthur chiede di poter essere trasferito a Milano, dove potrebbe lavorare per mantenersi, per non gravare sui genitori [005-011].


Arthur, insieme ai famigliari, viene arrestato a Urbino i primi di dicembre del ’43 nella retata della provincia, ma è scarcerato il 5 agosto, perché giudicato non idoneo alla vita carceraria per motivi di salute. Viene internato a Urbino. In questo periodo diventa amico di Gaddo Morpurgo, giovane come lui.

Come Gaddo, viene aiutato da alcuni oppositori politici, attivi in città, tra cui Wanda Camerini e don Gino Ceccarini.

Il padre ottiene la scarcerazione e l’internamento di tutti e tre i familiari, ma il rilascio della figlia adottiva è rimandato rispetto a quello dei familiari.

Il tre dicembre 1943 Sara Jalka e i suoi figli furono arrestati nella retata degli ebrei della provincia di Pesaro; successivamente furono rilasciati per restare con il padre Joseph David gravemente malato a Fermignano (PU). La polizia tedesca li arrestò nuovamente il 06 agosto 1944 e la trasferì a Forlì. Con lei in carcere a Forlì furono detenuti anche i figli.

Il padre, rimasto in ospedale, sopravvisse alla guerra ma morì il 29 marzo 1947 per un malore alla notizia della morte della moglie e dei due figli. È sepolto nel cimitero del Verano a Roma.

Articolo della nipote Margo Donovan