Coniugi Amsterdamer

Israel Isidoro Amsterdamer, figlio di David Amsterdamer e Nacha Schamschwitel è nato in Polonia a Cestochowa il 19 aprile 1899. Coniugato con Lea Isa Rosenbaum, nel 1928 si trasferì a Fiume.

Lea Isa Rosenbaum, figlia di Salomone Rosenbaum e Rosa Schenkarski è nata in Polonia a Zarjerce l’1 aprile 1906. Coniugata con Israel Isidoro Amsterdamer, casalinga. Nel 1927 si trasferì a Fiume.

Entrambi furono registrati dalla questura di Milano come ebrei stranieri. Israel, nel 1931 aveva aperto un salone di parrucchiere per signora, il “Regina”, a Fiume.

Nel 1934 è fermato una prima volta per “confronti” [Ros31].

Il 16 ottobre 1939 Israel viene fermato con altri due ebrei e un italiano per “traffico clandestino di valuta” e cioè per aver venduto franchi svizzeri (520) e lire sterline (13) del valore in lire di 4.750 a un cambio superiore a quello ufficiale. Dal documento di polizia si evince una parte della storia personale di Israel; non risultava politicamente attivo. La polizia propone l’espulsione per lui e la moglie. In vista dell’espulsione, Israel vende il salone a un italiano per 16.000 lire (circa 14.000 euro odierni) [Ros1-Ros2].

Il 5 gennaio è messo in libertà ma sottoposto a vigilanza [Ros6]

I coniugi, con altri ebrei, tentarono di partire per Bengasi (Libia) nel 1940 per cercare di raggiungere la Palestina, col benestare della divisione polizia politica [Ros15-Ros7-Ros9] ma quello stesso anno furono internati nel campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia (CS) prima del 16 settembre 1940 [Ros8].

Il 2 febbraio 1941 Israel scrive alla Santa Sede [Ros13].

Esprimono preferenza per un trasferimento al nord, e finiscono dapprima a Quero, nel bellunese [Ros4-Ros16].

Il 14 ottobre 1941 il Ministero dell’Interno scrive a Cosenza per sapere dell’esito del trasferimento [ros17-ros19]. Successivamente sono trasferiti sempre nella stessa provincia a Puos d’Alpago, “perché non avevano ancora trovato alloggio” [ros26].

Il 25 novembre 1941 Israel scrive al Ministero per chiedere che il sussidio della moglie sia ripristinato nella sua interezza, come a Ferramonti [Ros23-24]. La domanda è respinta il 7 dicembre [Ros25].

Il 29 novembre il prefetto segnala che i coniugi desiderano trasferirsi in località più mite per le condizioni di salute della moglie [Ros21]. Il 4 dicembre dal Ministero si prescrive una visita per stabilire le condizioni di salute della donna [Ros22]. Il 17 dicembre 1941 sono a Puos d’Alpago (BL), dove lasciano insoluti dei conti in un’osteria. Dal bellunese vengono mandati nel pesarese nel febbraio ’42 [ros27-ros28], a Tavoleto (Ps) dove arrivano il 17 marzo 1942 [Ros30].

Il Prefetto di Belluno comunica la buona condotta dei due e la necessità del sussidio [Ros29] Da qui vengono espulsi per mancanza di alloggi, e inviati il 28 marzo 1942 a Fermignano, fino al 2 dicembre, in via Umberto I (ora Martiri della Libertà).

Il 25 maggio 1942 Israel scrive per chiedere il permesso di visitare la moglie ricoverata in ospedale a Fiume per problemi respiratori e ortopedici [Ros32-36]. Il 29 maggio scrive anche la moglie, allegando certificati medici [Ros35] La domanda è respinta [Ros37]. Il 28 maggio viene dimessa [Ros33].

Il 23 luglio 1942 Lea viene arrestata perché, sorpresa a teatro “a tarda ora”, e multata di 200 lire, non poteva pagare; viene così trattenuta per quattro giorni in carcere. La prefettura lo comunica al Ministero [Ros39].

Il 23 agosto Lea scrive al ministero per richiedere un contributo per l’acquisto di un busto ortopedico [Ros40]. Il 23 settembre 1942 il ministero dispone una visita per verificare l’esigenza [Ros43]. Il 17 ottobre il medico provinciale scrive l’esito della visita, significando che la Rosenbaum effittivamente abbisogna di un busto [Ros47-Ros48].

Il 29 ottobre la prefettura di Pesaro-Urbino comunica a Roma la richiesta di Israel di ricevere un sussidio straordinario per saldare il debito con l’albergatore di Puos [Ros46]. Scrive anche Israel [Ros45].

Il 18 novembre 1942 Lea scrive al ministero per sollecitare la risposta in merito al contributo per l’acquisto del busto ortopedico, e richiede inoltre di potersi recare a Bologna per una visita medica [ros49].

Il 03/12/1943, nell’ambito di una serie di arresti mirati agli ebrei presenti nella provincia di Pesaro, i due coniugi furono arrestati;

lei lasciata libera perché malata, lui rinchiuso in carcere a Urbino. Viene rilasciato a gennaio 44 per accudire la moglie. Il 7 giugno esplode un treno carico di munizioni,e la popolazione viene fatta sfollare in campagna, inclusi gli ebrei internati. Gli Amsterdamer vanno in località Ca Lozzo, dove il 6 agosto viene arrestato lui.

Le SS arrestarono Israel Amsterdamer il 06/08/1944 e lo portarono al carcere di Forlì. La moglie Lea Rosenbaum fu trasferita alle carceri di Forlì il 12/08/1944.

Dal sito Pro Urbino

Ancora più tragica la storia dell’altra coppia, arrestata lo stesso giorno a Fermignano: sono entrambi polacchi, Israel Amsterdamer di 45 anni e sua moglie Lea Rosenbaum di 38. Appena sposati si erano imbarcati a Trieste nel 1940, diretti, via Siracusa, a Bengasi per poi raggiungere con altri fuggitivi la Palestina, aggirando il blocco navale inglese che impediva lo sbarco agli ebrei provenienti dall’Europa. Era questo un “favore” che la Gran Bretagna faceva agli arabi per non compromettere i propri interessi a Suez. Purtroppo, a causa dell’entrata in guerra dell’Italia, il gruppo, che contava 302 persone, rimase bloccato nel settembre del ’40 a Bengasi, e fu riportato in Italia nel campo di internamento per ebrei stranieri di Ferramonti. Israel e Lea furono i soli ad essere trasferiti nel campo di internamento di Fermignano. Una tragica fatalità poiché quanti rimasero a Ferramonti, furono i primi ad essere liberati dalle truppe alleate che risalivano la penisola.